Trieste
- Piazza
San Giovanni e Via Matteo Renato Imbriani |
Piazza San Giovanni: Denominazione ottocentesca suggerita dal nome dell'acquedotto romano, detto di San Giovanni perché percorre la omonima vallata, il cui tracciato originariamente attraversava questo sito raggiungendo, più oltre, l'attuale piazza dell'Unità d'Italia. Con Delibera del Podestà d.d. 5.3.1938 si decise di mutare il nome di piazza San Giovanni in quello di «piazza Caduti Fascisti»; questa nuova denominazione venne soppressa con Delibera Commissario Prefettizio numero 648 d.d. 4.9.1943 (conf. Del. Pres. numero 407 d.d. 6.7.1946). |
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Originariamente
in pietra, la statua fu rifatta nel 1920 perché aveva subito dei
gravi danneggiamenti provocati dai Triestini filo austrici per rappresaglia
contro la dichiarazione di guerra dell'Italia il 24 maggio 1915 all'Austria
nella Prima Guerra Mondiale. La nuova statua bronzea, sempre dello stesso
autore, documentata anche da un suo schizzo, fu creata con la fusione
di cannoni austriaci preda bellica. Sul basamento in pietra è visibile
l'iscrizione: <<Eretto nel marmo dalla fede dei cittadini il
XXVII gennaio MCMVI distrutto da odio nemico il XXIN' maggio MCMXV volle
il comune che qui risorgesse nel bronzo il XXIV maggio MCMXXVI>> |
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Edificio a pianta quadrata, si compone di quattro piani fuori terra più soffitta abitabile. Presenta quattro affacci: il principale si trova su Piazza San Giovanni. I fronti laterali e quello postico, su via San Lazzaro, sono caratterizzati da analogo impianto architettonico. L'alto piano terra ad arcate e il primo piano sono trattati a bugnato rustico a fasce orizzontali. Mensole a voluta, poste in corrispondenza della chiave di volta di ogni arcata, sostengono la cornice marcapiano che delimita il primo piano. Le finestre del primo piano, riquadrate, presentano un concio a voluta al centro della trabeazione superiore. La superficie del secondo e del terzo piano è trattata a bugnato liscio. Le finestre del secondo piano sono sormontate da cimase curvilinee, quelle del terzo piano sono riquadrate con concio al centro della trabeazione. Sotto il cornicione del tetto un fregio a bassorilievo intervallato da finestrelle si ripete sui quattro lati dell'immobile. La tripartizione delle facciate è evidenziata dalle due porzioni laterali, leggermente aggettanti, con coppie di lesene corinzie di ordine gigante che comprendono una finestra coronata da cimasa curvilinea con finta balaustra in pietra e una finestra riquadrata. Sulla facciata su Via San Lazzaro, un balconcino in pietra sovrasta il portale d'ingresso principale. La facciata prospiciente piazza San Giovanni presenta una parte centrale aggettante caratterizzata da un balcone sopra al portale e da una lunga balaustra all'altezza del secondo piano, con tre balconi, al centro e ai lati. Sul balcone centrale si impostano quattro semicolonne di ordine gigante con capitello corinzio. Lesene intervallate da finestre scandiscono la restante parte della facciata. La parte centrale della facciata è coronata da un timpano curvilineo. (da: http://biblioteche.comune.trieste.it) |
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L'edificio, a planimetria quasi quadrata, è caratterizzato da sobrie forme neorinascimentali. Presenta due affacci: il principale su via Imbriani, ed uno su via Mazzini. Le facciate si sviluppano su quattro piani e sono caratterizzate da un pianoterra a bugnato nel quale si aprono ampi fori commerciali, mentre i piani superiori sono decorati da semplici cartelle e mensole sotto le finestre architravate con tettuccio. Il prospetto su via Mazzini presenta due balconcini al primo e al secondo piano. La facciata su via Imbriani è caratterizzata da un portale ad arco a tutto sesto, sormontato da due balconi con parapetto balaustrato, sorretti da mensoloni a volute. La parte centrale della facciata, lievemente aggettante, è decorata con quattro lesene a finto bugnato, che comprendono i tre livelli superiori dell'edificio. Le facciate culminano con una serie di mensole ad apparente sostegno dello sporto di linda. (da: biblioteche.comune.trieste.it) |
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Via
Imbriani 7: L'edificio
venne realizzato nel 1838 su progetto dell'architetto Carlo Marchini.
Costruito in via Imbriani, già via San Giovanni, è un tipico
palazzo in stile neoclassico. Nel 1914 venne modificata la facciata al
pianterreno. A lato del portale d'ingresso è collocata un'epigrafe
che ricorda la nascita del giornalista triestino Silvio Benco, avvenuta
in questo edificio il 22 novembre 1874. (da: biblioteche.comune.trieste.it) |
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Silvio Benco (Trieste 1874-1949) - Giornalista e scrittore la cui pregevole attività letteraria durata un sessantennio è testimoniata nella bibliografia di oltre 4500 titoli pubblicata a cura di Sauro Pesante nel 1950. Figlio di Giovanni, che nel 1869 con Carlo Buttazzoni aveva dato vita alla seconda serie dell’Archeografo, esordì come conferenziere alla Minerva poco più che ventenne, “mostrando già allora – come scrisse Attilio Gentile – le unghie del leone”, ed entrò nel Consiglio direttivo alla fine degli anni Venti del secolo scorso. Con i resoconti pubblicati sull’ Indipendente e sul Piccolo, ne seguì puntualmente l’attività (memorabile l’articolo dedicato alla sua storia pubblicato in occasione del centenario). La Società rinnovata lo acclamò Presidente onorario nell’Assemblea generale del 10 maggio 1947 e nel 1950 si fece promotrice dell’apposizione di una lapide (con epigrafe dettata da Gentile) sulla casa natale in via Imbriani, 7. (societadiminerva.it) |
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